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Antibiotici in odontoiatria: quando è necessario?

Antibiotici in odontoiatria: quando è necessario?

Negli ultimi anni la resistenza agli antibiotici è diventata un problema diffuso a causa di prescrizioni errate o assunzioni fai da te.

Spesso, infatti, per piccole infezioni anche di origini virali, molte persone decidono inutilmente di affidarsi ad un antibiotico favorendo così la problematica dell’antibiotico resistenza.

Anche in ambito odontoiatrico c’è ancora molta confusione sulla corretta prescrizione di questo tipo di farmaci.

L’antibiotico in odontoiatria: facciamo chiarezza

In un’analisi pubblicata sull’International Endodontic Journal è emerso come molti dentisti, per questioni preventive, prescrivano antibiotici senza sapere con certezza il tipo di microrganismo responsabile di un’eventuale infezione.

Uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open ha evidenziato come in 4 casi su 5 non sia affatto necessaria una terapia antibiotica a scopo preventivo, in quanto responsabile dell’aumento del rischio di antibiotico-resistenza.

La carie dentale, la necrosi pulpare, i traumi e le malattie parodontali possono certamente causare infezioni dentali che potrebbero avere gravi conseguenze in quanto colpiscono sia i tessuti molli che quelli duri del cavo orale. Le infezioni dentali si presentano comunemente con sintomi di dolore, febbre e gonfiore. I trattamenti chirurgici ed endodontici permettono una eventuale rimozione dei denti infetti e vengono quasi sempre seguiti dalla terapia antibiotica.

La prescrizione di antibiotici può causare alcuni effetti avversi come reazioni di ipersensibilità e disturbi dermatologici e allergici. Inoltre, la prescrizione non necessaria di antibiotici potrebbe causare diverse gravi conseguenze come la resistenza batterica, problemi gastrici ed ematologici e problematiche del microbiota batterico intestinale.

I casi in cui l’antibiotico è davvero necessario

Gli antibiotici sono generalmente utilizzati nelle procedure odontoiatriche per il trattamento di infezioni odontogene, infezioni non odontogene, infezioni locali.

La profilassi antibiotica è prescritta per i pazienti con condizioni di immunosoppressione, endocardite infettiva, disturbi metabolici e pazienti con protesi articolari.

Nei pazienti suscettibili, infatti, alcune procedure odontoiatriche aumentano il rischio di infezione. Si pensi all’estrazione dentale, alle procedure parodontali chirurgiche, al posizionamento di impianti dentali e a interventi di endodonzia.

Per ridurre le complicazioni delle prescrizioni di antibiotici non necessarie, in particolare la resistenza batterica, dovrebbero essere stabilite linee guida complete. Alcuni studi hanno dimostrato che solo il 12% circa dei dentisti prescrive antibiotici in modo adeguato e corretto, il che dimostra l’importanza di linee guida adeguate.

Il rischio dell’uso improprio degli antibiotici è quello che i batteri diventino resistenti a questi farmaci, rendendo inutili contro eventuali gravi malattie di origine batterica. La società italiana di Parodontologia invita i dentisti a impiegare con parsimonia questa tipologia di farmaci, trattando in particolar modo pazienti fragili con rischio di complicanze.

Per queste ragioni sarebbe sempre da evitare il fai da te e affidarsi al parere del medico.

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