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Infezione a un impianto dentale? Parliamo di perimplantite

Infezione a un impianto dentale? Parliamo di perimplantite

La malattia perimplantare è una condizione infiammatoria a carico dei tessuti gengivali situati intorno agli impianti dentali. In base alla zona colpita, tale disturbo si divide in mucosite e perimplantite.

La mucosite gengivale, se trattata precocemente, è totalmente reversibile. A causarla è il film batterico che aggredisce il tessuto molle gengivale adiacente all’impianto. I sintomi sono tipici: le gengive appaiono arrossate, sanguinanti, gonfie e spesso doloranti. Trattare tempestivamente questa patologia è fondamentale per evitare che evolva nella perimplantite.

Cos’è la perimplantite?

La perimplantite è una malattia di natura infiammatoria che, a differenza della mucosite, non colpisce soltanto i tessuti molli, ma anche quelli ossei. Questa infiammazione può provocare il deterioramento dell’osso che sostiene l’impianto, determinandone quindi la perdita. La perimplantite può essere classificata come:

  • precoce, se insorge prima che l’osteointegrazione sia completata;
  • tardiva, se l’infiammazione ha luogo dopo la rigenerazione dei tessuti intorno alla vite dell’impianto.

Per quanto riguarda la sua rilevanza, la letteratura medica è concorde nell’affermare che colpisce in media il 10% degli impianti nei 5-10 anni successivi alla loro installazione.

Quali sono le cause della perimplantite?

Una scarsa igiene dentale aumenta il rischio di infiammazione. Altra causa è il mancato rispetto dei controlli di mantenimento che dovrebbero seguire una periodicità ben precisa, in base al profilo di rischio del singolo paziente.

Esistono diversi parametri, inoltre, che possono influenzare la risposta infiammatoria e che devono essere presi in considerazione quando si pianifica un impianto dentale. Questi includono, ad esempio, il fumo, una storia di parodontite pregressa, ma anche la presenza di malattie sistemiche come il diabete e trattamenti come chemio e radioterapia.

A complicare le cose spesso intervengono fattori come:

  • la scarsa accessibilità dell’impianto alla pulizia;
  • la presenza di residui iatrogeni di cemento in caso di protesi cementate;
  • parafunzioni come il bruxismo.

Quali sono i sintomi della perimplantite?

All’inizio, la perimplantite non provoca nessun dolore, ma è comunque ben visibile. I tessuti perimplantari devono essere quindi monitorati con molta attenzione sia clinicamente che radiologicamente proprio per effettuare una diagnosi tempestiva.

I sintomi successivi somigliano a quelli della classica parodontite. Il paziente avverte dolore durante la masticazione, la gengiva sanguina, è arrossata e gonfia. Può comparire una suppurazione intorno all’impianto, con o senza fistole, la fuoriuscita di pus e le radiografie di follow-up possono evidenziare una graduale perdita del tessuto osseo.

Perimplantite: cure e prevenzione

Il primo step nella cura della perimplantite è rappresentato dall’osservazione visiva dell’impianto per cercare di comprendere la causa della risposta infiammatoria da parte delle mucose.

Il trattamento, nelle fasi iniziali della perimplantite, prevede un debridement non chirurgico. Lo specialista rimuove la protesi e, attraverso l’utilizzo di frese, ultrasuoni, curette in titanio e di antibatterici locali come la clorexidina, decontamina l’area infetta e rimuove la placca.

Se questa revisione non risolve il problema o nel caso in cui il paziente mostri delle sacche perimplantari molto profonde o una perdita ossea importante, l’intervento chirurgico diventa indispensabile:

  • Il primo approccio è di natura resettiva: il chirurgo asporta il tessuto infetto e, per evitare delle possibili ricadute, può decidere di effettuare una plastica implantare oppure un rimodellamento dei tessuti intorno all’impianto.
  • La seconda possibilità è un intervento di natura rigenerativa. Il difetto osseo viene risolto con l’innesto di biomateriali che vanno a supportare proprio la ricostruzione dell’osso perimplantare. Nei casi più severi ovvero quando la perdita ossea è superiore al 50%, sarà necessario rimuovere l’impianto per permettere una completa guarigione dei tessuti.

In conclusione, la perimplantite è una condizione severa che deve essere diagnosticata il prima possibile. Un’igiene orale accurata, un monitoraggio regolare soprattutto in presenza di fattori di rischio e la rimozione professionale della placca sono indispensabili per prevenire un’eventuale infiammazione.

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